Il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, nasce dal sogno di Re Ferdinando di dar vita ad una comunità autonoma (chiamata appunto Ferdinandopoli), il complesso comprende: La Real Fabbrica e gli Appartamenti Reali. Ben presto, questa realtà richiamò molti operai attratti dai molti benefici di cui usufruivano i lavoratori delle seterie e, alle maestranze locali, si aggiunsero anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi che si stabilirono a San Leucio. Ai lavoratori delle seterie veniva infatti data una casa all'interno della colonia, ed era inoltre prevista anche per i familiari la formazione gratuita e qui il re istituì la prima scuola dell'obbligo d'Italia femminile e maschile che includeva discipline professionali, e le ore di lavoro erano 11, mentre nel resto d'Europa erano 14. Nel Complesso Monumentale la presenza e la vita della famiglia reale sono un tutt'uno con quelle delle varie attività degli operai e dei maestri della seta. Non c'era nessuna differenza tra gli individui qualunque fosse il lavoro svolto, l'uomo e la donna godevano di una totale parità in un sistema che faceva perno esclusivamente sulla meritocrazia. Era abolita la proprietà privata, garantita l'assistenza agli anziani e agli infermi, ed era esaltato il valore della fratellanza. Si trattò di, un modello di giustizia e di equità sociale nuovo per le nazioni del XVIII secolo ispirato ad una forma di socialismo illuminato. Il progetto utopico del re Ferdinando finì con l'unità d'Italia quando tutto venne inglobato nel demanio statale.
Percorrendo il Belvedere, si entra nella “Reale Colonia di san Leucio” attraverso un cancello sormontato da un arco sovrastato dallo stemma reale sostenuto da due leoni. A destra e a sinistra, sono presenti due casamenti dei quartieri operai, il san Carlo e il san Ferdinando, che comprendono trentasette unità abitative. I quartieri operai sono collegati al palazzo del Belvedere da una scalinata a doppia rampa che racchiude le scuderie reali. Le due rampe terminano sul piazzale del Belvedere, davanti all’ingresso della chiesa dedicata a san Ferdinando Re, ricavata dal salone delle feste del Belvedere nel 1776. Le abitazioni progettate secondo le regole urbanistiche dell'epoca, furono dotate di acqua corrente e servizi igienici. Erano disposte su due livelli (al piano terra la zona giorno e al primo piano le camere da letto). Nella zona giorno c’era un salone abbastanza grande da poter contenere un grande telaio per tessere. Ma perché dovevano avere un telaio? Perché, quando le donne erano incinte potevano lavorare da casa. Possiamo considerare questa la prima forma di smart working. Le case avevano anche una cantina sottostante e un orto su retro. Costeggiando l’edificio si arriva all’ingresso del Complesso Monumentale, da cui si possono vedere, in alto a destra, il lungo edificio della filanda che è sottostante alla cuculliera, dove venivano allevati i bachi da seta. LA REAL FABBRICA La visita della fabbrica serica è un interessante percorso di archeologia industriale, con sale con strumenti per la produzione e lavorazione della seta, un’ampia sala con telai in legno perfettamente funzionanti, una mostra di manufatti, la cuculliera e la filanda.

La Real Fabbrica comprendeva tutte le attività della produzione: L’acquisto dei bozzoli freschi che venivano allevati nelle zone circostanti;
La filatura: per ottenere la seta; La torcitura: per produrre il filato idoneo per le prossime fasi; La tintura: un processo che serviva a colorare il tessuto ottenuto dopo la torcitura; La tessitura: un processo per realizzare i tessuti preziosi e lisci attraverso la tessitura a mano.
La torcitura cioè il processo mediante il quale viene impressa una torsione al filo di seta per rinforzarlo e renderlo idoneo alla tessitura, si effettua con i torcitoi, macchine inventate in Italia già nel XIII secolo. I torcitoi si muovevano grazie alla forza motrice dell’acqua che, provenendo dall’ Acquedotto Carolino, arrivava fino ad una cisterna situata sulla collina, dalla quale poi arrivava fino alla ruota posta nei sotterranei. Questa fabbrica è stata produttiva fino al 1960 e ancor oggi nei paesi limitrofi si continua a produrre questa seta per una clientela di nicchia (Buckingham Palace, la Casa Bianca, il Palazzo del Quirinale…)La torcitura
Ferdinando amava molto questo luogo in cui veniva spesso perché lontano dalla corte e per poter fare delle battute di caccia. Il progetto per questo “Palazzo” fu affidato a Francesco Collecini, allievo del Vanvitelli. Il Palazzo del Belvedere fu, successivamente modificato per poter ospitare l’opificio, divenne così un edificio multifunzionale, dove il re era a stretto contatto con gli operai. Infatti l’appartamento reale comunicava con le stanze dei telai.APPARTAMENTI REALI
Il primo ambiente che si incontra è il BAGNO DI MARIA CAROLINA. Il Bagno Grande chiamato anche Bagno di Maria Carolina è la stanza più imponente del palazzo con una vasca di 7 metri costruita con marmo di Mondragone successivamente utilizzato per la Reggia di Caserta. Oggi è in continuo restauro perché il decoro non era adatto ad una stanza con tanto vapore e umidità (l’acqua veniva riscaldata nella stanza accanto e, attraverso un sistema di tubature, alimentava la vasca). La stanza era decorata con la tecnica della cera a caldo (i colori venivano applicati a caldo sulle pareti) con uno stile ed una tecnica tipica degli affreschi di Pompei ed Ercolano (il cui scavo era iniziato nella seconda metà del settecento, proprio per volere di Carlo di Borbone). Il Coretto è il punto d’incontro tra l’appartamento del Re e quello della Regina.BAGNO GRANDE
IL CORETTO
Da una Parte si può ammirare il panorama e dall’altra la chiesa di San Ferdinando sottostante agli appartamenti reali perché, all’epoca l’attuale chiesa era un salone per le feste e fu poi trasformato in chiesa. Il Re voleva che i dipendenti della fabbrica, prima di andare a lavoro, partecipassero alla celebrazione eucaristica. La chiesa ancor oggi è aperta al culto.
Utilizzata fino alla metà dell’Ottocento per i balli di corte, questa sala è riccamente decorata, in particolare: la volta, i quattro tondi laterali e le sovrapporte con episodi della vita di Bacco. In uno dei quattro tondi laterali narrante “La nascita di Bacco” troviamo che il dio è allattato con il vino. La camera da letto delle loro maestà è la stanza che gode del panorama migliore, grazie alle numerose finestre. Di particolare rilevanza sono gli affreschi del soffitto decorato con medaglioni raffiguranti divinità mitologiche. Nel Palazzo Reale, troviamo pochi arredi originali perché nel corso degli anni sono andati distrutti soprattutto durante il regno dei Savoia. La maggior parte degli arredi che troviamo oggi sono quelli della vicina Reggia di Caserta.LA SALA DA PRANZO
LA CAMERA DA LETTO DELLE LORO MAESTÁ
Annessi al Palazzo ci sono I Reali Giardini collocati su sette terrazze. Possiamo ammirare gli alberi da frutto e l’ultima parte dell’Acquedotto Carolino. Sono presenti diverse vigne come: La vigna della Torretta, la vigna del Pomarello e altre vigne molto particolari erano presenti in tutto il territorio. La vigna del Ventaglio, oggi non più esistente, era a forma di semicerchio proprio per simulare la forma rappresentante un ventaglio aperto diviso in dieci spicchi con davanti ognuno un cancello che dava accesso alle viti. In ogni spicchio venivano piantate diverse tipologie di viti per la produzione di uve e quindi di vini diversi. GIARDINI REALI
REALI GIARDINI
La vigna del Ventaglio