La festa dei Gigli di Nola: una tradizione che va avanti da secoli. Ma perché si festeggia? I Nolani celebrano la festa dei Gigli per ricordare l’impresa che fece San Paolino per liberare i cittadini dalla schiavitù dei Visigoti, ma anche per festeggiare il ritorno di San Paolino in città dopo la prigionia; al suo ritorno i Nolani lo accolsero portando dei gigli e lo accompagnarono in processione fino alla sede vescovile, questa tradizione va avanti dalla prima metà del V secolo. Per ricordare quell’episodio i Nolani hanno coltivato la tradizione di far ballare degli obelischi di legno chiamati GIGLI. Attualmente i gigli sono 8, sono alti 25 metri, sono costituiti da una struttura di legno a forma piramidale, hanno tre facce e una base quadrangolare. Il rivestimento che rappresenta un tema o un soggetto storico, è di stucco e/o di carta pesta. Ogni giglio rappresenta una corporazione di arti e mestieri che sta a ricordare le antiche corporazioni che erano andate incontro al Santo: ortolano, fabbro, salumiere, calzolaio, panettiere, bettoliere, sarto e beccaio. Sulla sommità del giglio è presente una statuetta del Santo o una croce. I gigli vengono portati a spalla da 120 persone dette” cullatori” che sfilano per il centro storico della città a ritmo di musica. Insieme ai gigli sfila anche una barca per ricordare il viaggio che fece San Paolino per tornare a Nola.

La Festa dei Gigli ha due momenti salienti che sono: il sabato che precede la festa, quando i comitati si salutano e poi si recano alle macchine di solito collocate davanti alle case dei maestri di festa. La mattina della domenica quando i cullatori portano le macchine presso Piazza Duomo per proseguire alla benedizione che fa il vescovo.

I gigli e la barca sfilano tutto il giorno per le strade del centro storico.

Conosciamo meglio san Paolino San Paolino nacque a Bordeaux nel 353/354 d.C. La sua famiglia era di origine nobile e possedeva molte terre. Quando Paolino crebbe i genitori assunsero un maestro. All’età di 20 anni fu chiamato dal senato per fare il governatore e lui scelse di governare la Campania. Ma perché proprio la Campania? Perché, sin da piccolo i genitori lo avevano condotto alle Basiliche Paleocristiane di Cimitile, presso la tomba di San Felice, per questo aveva scelto, come sede del Governatorato, Nola che era molto vicina a Cimitile.

In quel periodo Paolino fece lastricare la strada che univa Nola a Cimitile e fece, inoltre, costruire una struttura “l’hospitium” per poter accogliere i pellegrini. In quegli anni, si fece proclamare imperatore un uomo molto prepotente, Magno Massimo che cominciò a perseguitare tutti coloro che erano stati fedeli all’Imperatore Graziano, come Paolino e il suo maestro, Ausonio. Per sfuggire a questo usurpatore, Paolino si spostò di paese in paese e giunse in Spagna qui incontrò una ragazza Teresia, anche lei di origini nobili, se ne innamorò e la sposò. Spinto anche dalla moglie, ricevette il battesimo e cominciò a vivere in pienezza il cristianesimo e il desiderio di approfondire le Sacre Scritture. Il matrimonio fu benedetto dalla nascita di un figlio, ma questa gioia durò poco perché, dopo solo otto giorni, il piccolo morì. Questo fu un trauma per Paolino ed insieme alla moglie, decisero di dare una svolta alla loro vita, donarono tutti i loro beni ai più bisognosi e cominciarono a vivere secondo i canoni del cristianesimo. Un giorno, durante una messa, le persone presenti gridarono in coro: ’Paolino sacerdote’ perché erano venuti a sapere delle sue buone azioni e così il vescovo li accontentò. Per poter attuare il suo sogno chiese ed ottenne di poter vivere a Cimitile. Paolino e sua moglie intrapresero questo viaggio via mare e fecero diverse soste: la prima in Francia per prendere delle provviste, la seconda a Firenze, la terza a Roma ma il Papa non li volle incontrare, dopo una ulteriore sosta a Fondi arrivarono finalmente a Nola e quindi a Cimitile. Per dare un alloggio al suo seguito, Paolino fece costruire un piano sopra il vecchio hospitium creando due costruzioni, una per gli uomini, l’altra per le donne. Nacque quindi a Cimitile, proprio accanto alla tomba di San Felice, la prima comunità di monaci asceti. Paolino era davvero geniale e dopo la costruzione della Basilica Nova, per permettere ai pellegrini analfabeti di conoscere le Sacre Scritture, fece riprodurre sulle pareti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Tomba di San Felice presso le Basiliche Paleocristiane
Basilica Nova (Cimitile) Mentre Paolino era impegnato nei lavori per le basiliche, Terasia si ammala e muore. Un nuovo immenso dolore sconvolge la sua vita. Intanto i barbari si avvicinavano sempre più all’Italia e Paolino (divenuto nel frattempo Vescovo di Nola) cominciò a temere per la sua gente per cui pensò di raggrupparli tutti a Cimitile. Giunti gli invasori non trovarono una città da depredare per cui rivolsero la propria rabbia su Paolino che fu fatto prigioniero e condotto al cospetto di Alarico. Anche il sovrano fu ammaliato dalla sua immensa bontà e, dopo qualche tempo, lo liberò.

Paolino, vescovo di Nola, era una guida non solo per la Chiesa ma anche per l’Impero. Nell’inverno del 430 si ammala ed è tanto debole da non poter partecipare alla festa di San Felice. Dopo una breve ripresa in primavera, a giugno le sue condizioni di salute improvvisamente peggiorano . Paolino morirà il 22 giugno del 431 d.C.
Cattedra di San Paolino